MACELLO PUBBLICO
Anticamente i macellai uccidevano gli animali nelle loro botteghe, le quali tanto sotto la Repubblica Padovana quanto sotto i Carraresi si trovavano quasi tutte nella contrada detta appunto delle Beccherie (ora via Cesare Battisti).
Il primo macello pubblico del quale si ha notizia è quello fatto costruire da Francesco Novello da Carrara nel 1398. Esso si trovava oltre il ponte delle Beccherie, sulla riva del canale dirimpetto all'attuale Pescheria, nel punto ove ora sorge l'alto caseggiato dei telefoni, e colà rimase fino al 1821. II Comune di Padova considerato che in. quel punto cosi centrale della città, il Macello disturbava, sia per il passaggio degli animali, sia per l'odore che esso tramandava, decise di costruirne uno più eccentrico e più adatto al bisogno. Ne diede incarico al celebre architetto Giuseppe Japelli, il quale con il suo grande buon gusto artistico ne fece un'opera d'arte. Questo macello, ove ora ha la sua. sede la Scuola d'arte P. Selvatico, ha l'aspetto di un grandioso tempio dorico, e molti criticarono il Japelli per aver dato all'edificio un aspetto non adatto ad un macello, con uno stile che i greci usavano. solo ,per le sacre divinità. II fatto è che uscì un capolavoro, le otto massicce colonne dell'atrio sono quelle provenienti dalla maestosa chiesa di S. Agostino tanto barbaramente demolita pochi anni prima. All'interno vi e un cortile circolare, ora ridotto a salone coperto, che ha un largo portico a colonne greche, Botto il quale si macellavano gli animali. Coll'aumentare della città, questo locale si rese insufficiente, ed il Municipio fece costruire oltre la via S. Massimo un macello moderno che venne inaugurato nel 1908. II vecchio locale del Japelli venne trasformato nel 1910 in modo da servire ottimamente per la suddetta Scuola d'arte, ma durante la guerra mondiale, nel 1916 quei locali vennero adibiti a Scuola di anatomia per gli studenti di medicina, che frequentavano il corso accelerato per divenire ufficiali medici. Questi studenti che erano circa 1300 provenienti da tutte le Università del Regno, durante quel periodo vennero accasermati nei vicini nuovi locali della Scuoia ingegneri.
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